Perizia 4.0

Perizia 4.0: quello che devi sapere

Hai già sentito parlare della perizia 4.0? Credito d’imposta, Industria 4.0, bonus fiscale, Transizione 4.0, iper ammortamento, super ammortamento, sono tutti termini che pullulano in televisione, alla radio, su internet. In realtà il rischio di fare confusione è molto elevato ed è bene fare chiarezza, soprattutto in vista delle nuove normative.

Cos’è la perizia 4.0

La perizia 4.0 è un attestato redatto da un tecnico qualificato e abilitato (o da un ingegnere) che certifica la conformità di un impianto o di un macchinario, acquistato in regime agevolato grazie all’ottenimento delle agevolazioni previste. Lo scopo dell’intervento è di “certificare” che quel bene è sicuramente idoneo per poter ricevere lo sgravio fiscale o il bonus.

La perizia 4.0 è obbligatoria per quanto riguarda beni il cui valore supera i 300 mila euro, ma è fortemente consigliabile anche per operazioni di minore entità. In effetti la materia è disciplinata in maniera piuttosto meticolosa e basta davvero poco perché un macchinario possa essere escluso dai vantaggi promessi e il proprietario debba assumersi la responsabilità con gravi conseguenze. Infatti, vige il principio che in caso di mancanza di perizia, l’onere spetta all’acquirente, il quale può incorrere, in caso di inesattezze, in un reato di frode fiscale e falsa dichiarazione.

Sebbene il perito debba essere idoneo al rilascio della perizia, è bene precisare che non esiste un albo specifico di periti 4.0, ma si fa riferimento generale all’albo professionale di categoria.

Tre tipologie di perizia 4.0

Nell’ambito dell’Industria 4.0 si rendono necessarie le conseguenti perizie che devono attestare la conformità di quanto acquistato, utili per poter beneficiare del credito d’imposta. Non tutte, però, sono uguali, sebbene debbano essere elaborate da un perito industriale.

  • Perizia Semplice: consiste in una relazione dalla chiara impronta tecnica che viene elaborata e firmata dal perito che verifica le informazioni che si è limitato a raccogliere da una prima analisi della macchina e dalla documentazione relativa. In questo senso, il tecnico certificatore non è responsabile di quanto inserito in perizia.
  • Perizia Asseverata: chi certifica ha la totale responsabilità in merito alla veridicità dei contenuti e dei metodi utilizzati per svolgere le verifiche del caso. Di conseguenza è lui che risponde in prima persona, incorrendo in giudizio penale in caso di colpa. Il termine “asseverata” significa che lo scritto viene steso “sotto la propria responsabilità”. La perizia asseverata può realizzarla un perito industriale iscritto regolarmente all’albo ed è necessaria nel processo di Transizione 4.0.
  • Perizia Giurata: rappresenta il più alto grado di affidabilità. Il tecnico, oltre a quanto espresso al punto precedente, sottoscrive il suo elaborato davanti a un pubblico ufficiale, dichiarando una sorta di giuramento sulla veridicità di quanto espresso, sulle verifiche e sui metodi di rilevamento delle informazioni. Questo tipo di perizia è quella più sicura e rappresenta il più alto grado possibile ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni dell’industria 4.0. Di contro, risulta spesso “superflua” dato che per rispondere ai requisiti è sufficiente una perizia asseverata. Raramente viene richiesta quella giurata.

Sgravi e aliquote fiscali

Qualora non venga effettuata una perizia viene inteso che il macchinario sia idoneo a beneficiare dello sgravio fiscale. Nel caso in cui non lo fosse, in assenza della certificazione apposita, l’acquirente potrebbe essere perseguito penalmente qualora venga ugualmente richiesto il bonus. Vediamo insieme, in sintesi, cosa prevede la legge per i nuovi acquisti, in merito agli sgravi fiscali e bonus 2023 – 2025.

Credito d’imposta

Bisogna distinguere innanzitutto tra beni materiali predisposti 4.0 e beni immateriali, in quanto hanno percentuali di agevolazione differenti.

Beni Materiali: si tratta di macchinari, impianti, accessori, che sono funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale rispettando quanto espresso nella regolamentazione Industria 4.0. Per acquisti dal 2023 al 2025 il credito d’imposta verrà riconosciuto nella misura del:

  • 20% del prezzo di acquisto per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 10% del prezzo di acquisto per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro ma inferiori a 10 milioni di euro
  • 5% del prezzo di acquisto per investimenti superiori a 10 milioni di euro, ma inferiori a 20 milioni di euro

Beni immateriali: si tratta di software, applicazioni, piattaforme digitalizzate che sono funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale rispettando quanto espresso nella regolamentazione Industria 4.0. In questo caso, l’aliquota di riduzione fiscale tramite il credito d’imposta viene progressivamente ridotta negli anni. E’ bene precisare che i beni immateriali ammissibili sono quelli strettamente correlati alla trasformazione digitale e al funzionamento dei beni immateriali acquistati.

  • 20% dei costi sostenuti nell’anno 2022
  • 20% dei costi sostenuti nell’anno 2023
  • 15% dei costi sostenuti nell’anno 2024
  • 10% dei costi sostenuti nell’anno 2025

Per beneficiare del credito d’imposta è necessaria la perizia asseverata, con la documentazione relativa che viene redatta, sottoscritta e firmata da un Tecnico regolarmente iscritto all’albo. Anche la fatturazione dovrà riportare precise diciture finalizzate all’ottenimento dello sgravio. Qualora tali citazioni non fossero inserite, sarà necessario intervenire a posteriori per regolamentare la parte burocratica. In caso contrario, lo sgravio non sarà ammesso.

La fattura dei beni deve fare riferimento alla Legge 160/2019, nello specifico al suo articolo 1 commi da 184 a 197: in mancanza di tale indicazione si ha la revoca dell’agevolazione. Inoltre, l’azienda che desidera beneficiare dello sgravio fiscale, deve darne comunicazione al Ministero dello sviluppo economico.

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