Il Vademecum ANCI per i Comuni

CER

CER: Il Vademecum ANCI per i Comuni

Con l’entrata in vigore del Decreto CACER, ogni Comune può ridurre e razionalizzare i costi legati al consumo dell’energia facendo ricorso ad una configurazione di autoconsumo, a seconda che l’obiettivo sia quello di agire in forma individuale, oppure di avviare sul territorio un percorso partecipato e aperto a tutta la cittadinanza finalizzato alla costituzione di una CER.

Per scegliere e pianificare le configurazioni più in linea con le esigenze dell’Amministrazione è comunque importante avviare una ricognizione degli asset e degli spazi pubblici e privati predisposti alla realizzazione di impianti a fonti energetiche rinnovabili. Importante è sviluppare una solida conoscenza delle opportunità offerte dalla normativa di riferimento, inclusi i contributi pubblici per interventi complementari allo sviluppo dell’autoconsumo, quali gli incentivi previsti dal Conto Termico per l’efficientamento e l’elettrificazione dei consumi negli edifici pubblici.

L’ANCI, in collaborazione con il GSE, ha realizzato il vademecum per i comuni “Autoconsumo Individuale a Distanza e Comunità di Energia Rinnovabile”:

  1. Il documento ha una finalità divulgativa e fornisce, con un linguaggio chiaro, semplice ed immediato, informazioni in merito ai meccanismi di sostegno previsti per le PA e per le comunità locali, nell’ambito del decreto CACER.
  2. Il GSE, con il proprio ruolo istituzionale, ha collaborato alla predisposizione di tale Vademecum, mettendo a disposizione le proprie specifiche competenze sulla condivisione dell’energia da fonti rinnovabili, al fine di agevolare la comprensione dell’attuale quadro normativo e regolatorio.

Il Vademecum ANCI: le opportunità per i Comuni, Autoconsumo e CER

Con il decreto CACER, gli spazi comunali potenzialmente utili all’installazione di nuovi impianti a fonte rinnovabile possono essere valorizzati secondo un ventaglio di possibilità:

  • autoconsumatore individuale a distanza che utilizzano la rete di distribuzione, configurazione utile a valorizzare aree e superfici comunali anche lontano dai principali centri di consumo dell’ente locale, spesso localizzati in aree vincolate come i centri storici;
  • gruppo di autoconsumatori, utilizzabili dove una o più utenze comunali siano ubicate all’interno di un edificio o condominio in cui siano presenti altri clienti finali/produttori diversi dal Comune, come nel caso di un edificio misto pubblico-privato con più utenze;
  • comunità di energia rinnovabile, che prevedono il coinvolgimento di diversi altri clienti finali e/o produttori del territorio;
  • L’autoconsumo individuale a distanza ha un impatto compensativo sui costi energetici degli enti locali e insieme all’autoconsumo fisico, ha un impatto diretto sul contenimento della bolletta energetica del Comune, utile ad alleggerire il bilancio dagli oneri energetici e a liberare risorse per finalità diverse.

I gruppi di autoconsumatori e le comunità di energia rinnovabile sono un’opportunità per gli Enti che non dispongano di risorse e/o di un patrimonio utile allo sviluppo di propri impianti da fonti rinnovabili, cosicché possano compartecipare come consumatori ai benefici generati dalle configurazioni.

Come scegliere la configurazione di autoconsumo

Pianificare e scegliere le configurazioni più in linea con le esigenze dell’Amministrazione, è comunque importante avviare una ricognizione degli asset e degli spazi pubblici e privati vocati alla realizzazione di impianti a fonti energetiche rinnovabili.

Per inserire l’autoconsumo diffuso nella programmazione, è opportuno raccogliere in modo strutturato diverse tipologie di dati, utili ad orientare le scelte:

  • un inventario del proprio patrimonio edilizio, completo delle caratteristiche di ciascun immobile e dei consumi elettrici e termici, comprese le superfici potenzialmente in grado di ospitare impianti FV;
  • un inventario dei propri asset infrastrutturali (impianti di illuminazione, sistemi di pompaggio, colonnine di ricarica, CED, etc.), completo di una ricognizione dello stato tecnologico e dei consumi elettrici e termici;
  • un quadro statistico quanto più completo possibile dei consumi elettrici e termici del territorio, aggregato per tipologia di utenza (cittadini o imprese) e che nel rispetto della privacy degli utenti, aggregato per unità territoriali amministrative minime (quartiere, circoscrizioni, frazioni etc.);
  • un quadro degli impianti di produzione da fonti rinnovabili presenti sul territorio con relativa tipologia e potenza, desumibile anche dalla partecipazione alle attività di autorizzazione energetica e alla gestione delle autorizzazioni edilizie;
  • un quadro dei programmi di sviluppo delle infrastrutture di rete, elettrica e gas, rispetto ai quali i Comuni hanno compiti autorizzativi;
  • un quadro delle aree potenzialmente “idonee” ai fini dell’installazione di rinnovabili presenti sul territorio, in coerenza con la disciplina nazionale e regionale vigente.

Sulla base di quei dati è possibile sviluppare una diagnostica energetica sullo stato dei propri asset ed effettuare un’analisi delle strutture pubbliche dal punto di vista elettrico e termico, definire un masterplan degli investimenti necessari basato su una corretta analisi costi/benefici:

  • analisi qualitativa e quantitativa dei consumi energetici a carico del proprio bilancio;
  • edifici e asset energivori il cui efficientamento è prioritario;
  • superfici che possono essere valutate come risorsa per installare impianti e produrre energia rinnovabile per il proprio fabbisogno e/o per il fabbisogno del territorio.

A tal fine, l’ANCI metterà a disposizione un kit, che si integra con le check-list per l’individuazione delle superfici utili all’installazione di impianti fotovoltaici allegate al vademecum e consente al Comune di effettuare, con proprie risorse interne e una minima cognizione tecnica, un primo percorso di diagnostica energetica.

Come elaborare il masterplan degli investimenti

In sintesi, il masterplan deve prevedere l’elaborazione di studi di fattibilità basati sulla diagnostica e che tengano conto di:

  • interventi di efficientamento realizzabili sul patrimonio e sugli asset, a partire dagli edifici e dai servizi maggiormente energivori, inclusa l’introduzione di tecnologie di building automation, abbinati a interventi di produzione/autoproduzione di energia, per elettrificare i consumi relativi a riscaldamento e ACS;
  • stima del fabbisogno energetico prospettico dell’ente, in virtù di possibili usi finali decarbonizzabili, come ad esempio, la mobilità, la flotta TPL e la ricarica di altri veicoli, a partire da quelli utilizzati per i servizi pubblici;
  • possibili benefici dell’autoconsumo fisico e virtuale alla luce della disponibilità di superfici e aree pubbliche vocate allo sviluppo di impianti a fonti rinnovabili.

Comuni  e Autoconsumo

Per i Comuni che optano per l’autoconsumo e quindi sull’avvio di investimenti per la valorizzazione energetica del patrimonio comunale e la realizzazione di impianti, l’ANCI fornisce nel vademecum istruzioni su:

  • localizzazione degli impianti e reperimento delle risorse;
  • realizzazione e manutenzione degli impianti;
  • incentivi per l’autoconsumo individuale a distanza e qualifica GSE;
  • contrattualizzazione degli impianti e contabilizzazione a bilancio.

I percorsi, le strategie e i ruoli

Oltre ad operare come autoconsumatore individuale, il Comune può avviare uno o più percorsi partecipati con la cittadinanza, finalizzati alla realizzazione di configurazioni di autoconsumo collettivo.

La configurazione di maggior interesse per gli enti locali è la comunità d’energia rinnovabile (CER), rispetto alla quale il Comune può scegliere di ricoprire uno o più dei seguenti ruoli:

  • creare le condizioni di contesto e regole favorevoli all’autoconsumo diffuso a partire dai propri strumenti di pianificazione settoriali e urbanistici;
  • informare e sensibilizzare a più livelli gli attori del territorio, con azioni diversificate e anche basate su modelli di sussidiarietà orizzontale, ad esempio, mediante la creazione di sportelli energia dedicati e attingendo alle competenze sviluppate degli organismi istituzionali e imprese operanti sul territorio per agevolare il processo di costituzione della CER;
  • mettere a disposizione superfici vocate alla realizzazione di impianti e/o impianti già realizzati per favorire l’aggregazione di comunità energetiche;
  • favorire l’organizzazione della cittadinanza in comunità, coinvolgendola fin dalle fasi iniziali, rendendo il processo di formazione ed evoluzione della CER quanto più aperto e inclusivo possibile;
  • selezionare partner tecnici tramite il ricorso a procedure a evidenza pubblica o altri strumenti di collaborazione tra pubblico e privato, previsti dalla disciplina vigente, in grado di garantire una opportuna pubblicità e partecipazione del pubblico.

Il Comune può:

  • proporsi come soggetto abilitante, rimuovendo gli eventuali ostacoli alla realizzazione di impianti sul proprio territorio dovuti alla stratificazione di atti amministrativi e normativi;
  • essere un soggetto promotore e contribuire in modo ulteriormente proattivo alla costituzione di Comunità energetiche mettendo a disposizione i propri asset;
  • scegliere di aderire a una o più comunità già costituite o costituende sul proprio territorio, promosse da associazioni di cittadini, altre istituzioni pubbliche e/o società partecipate, stakeholder locali;
  • essere aggregatore di una CER

La checklist dell’ANCI

Il vademecum offre una check-list per gli amministratori locali interessati a promuovere una o più CER di iniziativa comunale basandosi sull’esperienza dei Comuni italiani che hanno già realizzato una CER e ne approfondisce le fasi operative fondamentali:

  • pianificazione;
  • programmazione;
  • scelta del partner tecnico;
  • progettazione;
  • coinvolgimento dei partecipanti;
  • creazione del soggetto giuridico;
  • realizzazione degli impianti e gestione.

Lo Statuto e la forma giuridica

Per costituire una CER importantissimo è redigere lo statuto; che dovrà essere strutturato in modo tale da includere almeno 2 membri o soci che partecipano come clienti finali e/o produttori; almeno due punti di connessione distinti, ognuno collegato a un’utenza di consumo e ad un impianto di produzione. Le norme di riferimento non impongono una determinata forma giuridica, ma sono tutte coerenti nel prescrivere obiettivi e caratteristiche essenziali che indirizzano alla scelta e circoscrivono il campo.

Lo Statuto o l’atto costitutivo di una CER regolarmente costituita deve avere i seguenti elementi essenziali:

  • l’oggetto sociale primario della comunità è la fornitura di benefici ambientali, economici o sociali alla comunità stessa, alle aree locali in cui opera, non mirando a ottenere profitti finanziari;
  • la comunità è autonoma e accetta partecipanti in modo volontario, purché le imprese siano PMI e la partecipazione alla comunità non costituisca la loro attività commerciale o industriale principale;
  • il diritto di ingresso è riconosciuto per tutti coloro che possiedono i requisiti indicati dalle norme;
  • le condizioni economiche di ingresso e partecipazione (es. quote associative) non eccessivamente gravose;
  • i membri o soci mantengono i diritti di cliente finale, incluso il diritto di recesso in ogni momento fatto salvo il pagamento, preconcordato di oneri per la compartecipazione agli investimenti sostenuti, comunque equi e proporzionati;
  • un soggetto delegato – il referente – sarà il responsabile della gestione dell’energia condivisa;
  • eventuali fondi eccedenti rispetto alla tariffa base di energia condivisa saranno destinati ai consumatori non aziendali o utilizzati per scopi sociali che beneficiano dei territori in cui sono collocati gli impianti di condivisione.

Prima di scoprire come costituire una comunità energetica rinnovabile è opportuno chiarire alcuni aspetti fondamentali su:

  • referente;
  • produttore;
  • clienti finali;
  • punti di connessione POD.

Decarbonizzazione negli edifici pubblici

Il vademecum ANCI sintetizza le priorità che l’ente territoriale deve tenere a mente per decarbonizzare i consumi energetici dei propri edifici pubblici secondo obiettivi di breve periodo, con la finalità di contribuire alle riflessioni dei singoli Comuni e degli enti territoriali nel momento in cui si apprestano a scegliere le azioni e realizzare tutte le attività necessarie alla decarbonizzazione, in particolare:

  • consumare meno – eliminare gli sprechi;
  • contratti verdi – stipulare nuovi contratti di energia certificata “verde” consentendo un azzeramento immediato delle emissioni dei consumi elettrici;
  • installare pompe di calore che possono essere efficacemente utilizzate per il riscaldamento invernale;
  • fotovoltaico – installazioni predisposte per le CACER;
  • riqualificazione profonda – interventi per ridurre le dispersioni termiche dell’edificio (termografia);
  • autoconsumo collettivo – configurazione comunità energetiche rinnovabili.
In Conclusione

Il “Vademecum per i comuni” rappresenta una risorsa preziosa per le amministrazioni locali che intendono promuovere l’autoconsumo e le Comunità di Energia Rinnovabile. Con una guida pratica e dettagliata, incentivi economici e casi studio di successo, questo documento è un punto di riferimento essenziale per una transizione energetica sostenibile in Italia.

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Fonte: https://biblus.acca.it/cer-comuni-vademecum-anci

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