DAE: cosa sono e cosa dice la nuova legge sui defibrillatori
DAE: cosa sono, come utilizzarli e cosa dice la legge che ne promuove l’installazione nei luoghi pubblici
Che cosa sono i DAE e a cosa servono? Cosa prevede la legge che li promuove nei luoghi pubblici? Rispondiamo a queste domande, soprattutto perchè la normativa relativa all’installazione dei defibrillatori sembra essere passata un po’ in sordina, mentre il tema è attuale e importante per tutto il paese e i cittadini italiani.
Cosa sono i DAE?
Con la sigla DAE si indicano defibrillatori semiautomatici e automatici esterni.
Il defibrillatore è uno strumento salvavita, che serve per rilevare le alterazioni del ritmo cardiaco ed erogare scariche elettriche al cuore delle persone, se viene rilevato un arresto cardiaco dovuto a tachicardia ventricolare senza polso oppure fibrillazione ventricolare.
Attraverso le scariche emesse dal defibrillatore, si tenta di interrompere l’aritmia e ripristinare il regolare ritmo della frequenza cardiaca.
Tecnicamente, il dispositivo è composto da un’unità centrale in grado di analizzare il ritmo del cuore e da elettrodi che possono essere applicati al torace e che hanno la funzione di trasmettere le cariche elettriche.
Come si usa un defibrillatore DAE?
Esistono diversi tipi di DAE quali defibrillatori manuali, semiautomatici esterni, automatici interni e semiautomatici interni.
I defibrillatori manuali vengono utilizzati solo da operatori sanitari qualificati e si trovano nelle strutture mediche.
I DAE veri e propri, ovvero i defibrillatori semiautomatici esterni, richiedono l’intervento di una persona che li utilizzi, che può non essere necessariamente un operatore sanitario (lo vedremo fra qualche riga).
La procedura richiede di posizionare le piastre sulla persona che avverte il malore e premere un pulsante per attivare l’emissione della scarica. Le operazioni di analisi e carica sono automatiche e non modificabili dall’esterno.
Chi può usare un DAE?
Attualmente, quando è indispensabile fornire assistenza perché si sospetta un arresto cardiaco e non è presente personale sanitario o non sanitario formato, è consentito utilizzare il defibrillatore esterno.
È comunque preferibile che la persona che lo utilizza, venga seguita telefonicamente dal 118.
In questo caso si applica il principio di stato di necessità presente nell’articolo 54 del Codice Penale che recita così:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”.
Nuova legge sui DAE
È obbligatorio installare un DAE solo per le società sportive, sia professionistiche che dilettantistiche.
Ora, le disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici, sono state riviste.
Il loro impiego è vivamente consigliato anche nella Pubblica Amministrazione e nei trasporti compresi i luoghi di passaggio come stazioni e porti.
La legge suggerisce che il defibrillatore venga installato anche:
- Nelle PA con almeno 15 dipendenti e che abbiano servizi aperti al pubblico;
- In tutti gli istituti scolastici;
- Negli aeroporti, stazioni ferroviarie e porti marittimi;
- Nei mezzi di trasporto quali treni, aerei trasporti marittimi e navigazione interna che effettuano tratte con percorrenza continuata, senza possibilità di fermate intermedie, della durata di almeno due ore;
- Nei servizi di trasporto extra-urbani in concessione.
Da notare che gli enti territoriali (province, regioni e comuni), possono incentivare in piena autonomia, anche con misure premiali, l’installazione dei defibrillatori nei condomini, negli alberghi, nei centri commerciali e nelle strutture aperte al pubblico, ad esempio rifugi alpini.
La legge di riferimento è la n. 116 del 4 agosto 2021, che ha l’obiettivo di diffondere la cultura della cardioprotezione e l’uso dei defibrillatori.
Interessante il commento del direttore del dipartimento di emergenza dell’azienda Usl di Bologna Giovanni Gordini: “Questa legge rappresenta per noi un importante traguardo. Il 118 di Bologna e il sistema di gestione delle emergenze sono nate qui. Bologna, infatti, in questi anni è diventata un laboratorio a cielo aperto in cui è costante e continua l’implementazione dei sistemi di emergenza territoriali integrati con la rete ospedaliera”.
La legge ha stanziato per la diffusione dei defibrillatori 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021.
In nome dello scarso numero di persone che sanno utilizzare i defibrillatori, la normativa ha inoltre previsto che:
“Le scuole di ogni ordine e grado, nell’ambito della propria autonomia, organizzano le iniziative di formazione di cui al comma 10 dell’articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107, programmando le attività, anche in rete, in accordo con le strutture sanitarie e di volontariato. Le iniziative di formazione devono comprendere anche le tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base, l’uso del defibrillatore semiautomatico e automatico esterno e la di sostituzione delle vie aeree da corpo estraneo”.
Defibrillatori salvavita
L’ARCS, Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute, ha stimato che ogni anno si verificano in Italia 60 mila decessi per arresto cardiaco.
La percentuale di sopravvivenza è solamente del 2%, ma può aumentare fino al 60-75% grazie a una diffusione più capillare dei defibrillatori e a una migliore preparazione professionale.
In caso di arresto cardiaco bisogna infatti intervenire in modo adeguato entro i primi 5 minuti.
Installare defibrillatori nei luoghi pubblici, ma anche nelle strutture residenziali come i condomini è quindi una scelta salvavita che merita di essere promossa e considerata da tutti, per la salute comune.
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Fonte ARCS Regione autonoma FVG