Costi dovuti ai buchi di tensione

I costi dovuti ai buchi di tensione, ecco perché eliminare il problema

I cali di tensione, i buchi di corrente o gli sbalzi, sono tutte cause di possibili problematiche all’interno di abitazioni, uffici, esercizi commerciali e imprese. La tendenza è di non dar troppo peso a un calo di corrente sebbene le conseguenze possano essere rilevanti su impianti e apparecchiature. Proprio in questo comportamento di molti sta il più grande errore possibile.

Perché erroneamente il buco di tensione viene considerato un “non problema”?

Un buco di tensione è definibile come una diminuzione del valore nominale di corrente al di sotto di una certa soglia (90%), la cui durata varia da 10 ms a 60 secondi. A volte è perfino complicato accorgersi dell’evento, ma ciò non giustifica il fatto che possa essere trascurato.

Si pensa, infatti, “mi sono accorto di un secondo di sbalzo di tensione, ma ora è tutto a posto. Che sarà mai?” e si bypassa il problema, senza però risolverlo. Premesso che saltuariamente potrebbe capitare che vi sia un leggero buco di corrente, bisognerebbe preoccuparsene quando questo avviene con maggior frequenza e quando causa conseguenze talvolta importanti. Anche se a volte “l’occhio umano” non può rendersi pienamente conto del calo di corrente, gli impianti possono subirne le conseguenze, anche in modo irreparabile.

Ecco perché diventa dunque determinante chiedere un consulto tecnico, al fine di poter verificare la piena efficienza dell’impianto elettrico  e limitare cali e sbalzi di tensione.

Non tutti i buchi di tensione sono uguali

Bisogna considerare che i buchi di tensione sono di natura diversa. Raramente dipendono dal fornitore dell’energia o dal gestore (anche se è possibile), ma nella maggior parte dei casi derivano da un’impiantistica vecchia e con qualche problema.

Risulta possibile avere una classificazione che possa definire con maggior precisione i buchi di corrente, in base alla loro durata e “intensità”, secondo la normativa CEI EN 50160.

  • Livello 0: sono di livello 0 i cali di corrente che hanno una tensione residua superiore al 70% del nominale, con durata inferiore a 500 ms.
  • Livello 1: si classificano di Livello 1 i cali di corrente che mostrano caratteristiche comprese tra il Livello 0 e il Livello 2.
  • Livello 2: in questo caso la tensione residua è non inferiore al 40% del valore nominale, con una durata temporale inferiore a 200 ms.
  • Livello 3: la tensione residua è superiore all’80% per un tempo non inferiore a 5000 ms. Macchinari da laboratorio, saldatrici, impianti impiegati in ambiti industriali, sono abbastanza sensibili a questo genere di calo di corrente.
 I costi dei buchi di tensione

Anche se non ti accorgi immediatamente, un calo di tensione può generare dei costi importanti, soprattutto se vi sono impianti moderni e sofisticati. C’è da considerare che il diffondersi di tecnologie alternative per la fornitura e la generazione di energia causa generalmente delle fluttuazioni che incrementano la probabilità di imbattersi in buchi di tensione, rendendo il sistema più fragile.

  • Costi di fermo macchina: alcuni macchinari registrano lo sbalzo di tensione e si arrestano per evitare complicazione, andando in modalità protezione. In questo caso è necessario fare ripartire l’impianto.
  • Costi di personale: quando si arresta un processo produttivo, c’è del personale che rimane improduttivo e deve sopperire con altre mansioni, gestendo dei tempi morti.
    Scarti di produzione: specialmente in caso di produzioni in continuità, un calo di corrente può portare all’interruzione del processo e quindi a degli scarti.
  • Costi di intervento tecnico: in caso di buchi di corrente è opportuno richiedere l’intervento tecnico per effettuare non solo verifiche agli impianti elettrici, ma anche a macchinari e attrezzature, alcune delle quali potrebbero richiedere delle riparazioni in seguito agli sbalzi di corrente.
  • Costi assicurativi: un classico costo a cui far fronte è quello relativo all’assicurazione. In caso di buchi di tensione in genere le assicurazioni aumentano le polizze, specialmente se vi sono attrezzature sensibili.
Come i buchi di tensione influiscono sulla produzione

Anche se spesso si tende a trascurare il problema dei cali di corrente, in realtà questi possono avere un impatto più elevato di quanto si possa credere, generando anche fermi macchina o fermi produttivi. Non dobbiamo pensare sono a linee di produzione o alle imprese manifatturiere, ma anche alle aziende di servizi che lavorano con terminali, computer e reti, il cui fermo potrebbe creare diversi problemi pratici e funzionali.

E’ utile considerare che continui buchi di corrente, anche della durata inferiore a 100 ms, potrebbero generare danni pari a quelli derivanti da interruzioni di tensione di diversi minuti. Infatti, esistono sistemi che richiedono un riavvio completo sia in caso di microinterruzioni che di sbalzi.

I problemi vengono accentuati dalla presenza della componente automatizzata all’interno di molti processi: anche un solo calo leggero potrebbe essere sufficiente per bloccare una sequenza operativa. Si deve tener presente che ciascun impianto è a sé stante: questa è la spiegazione per la quale apparecchiature uguali possono comportarsi in maniera diversa in contesti differenti.

I cali di tensione o gli sbalzi, sono tutte cause di possibili problematiche all’interno di abitazioni, uffici, esercizi commerciali e imprese. La tendenza è di non dar troppo peso a un calo di corrente sebbene le conseguenze possano essere rilevanti su impianti e apparecchiature. Proprio in questo comportamento di molti sta il più grande errore possibile.

Conseguenze sui processi di produzione dovute ai buchi di tensione
  • Perdita dati e controllo: un calo di tensione può comportare la perdita di controllo di determinate operazioni, specialmente se ciò è demandato a sofisticate strumentazioni. In questo caso è facile perdere la tracciabilità del processo, fosse anche per pochi secondi.
  • Riavvio del macchinario: se alcuni macchinari sopportano comunque lo sbalzo di corrente, è altrettanto vero che altri, più sensibili, richiedono una procedura di riavvio che può essere automatica oppure manuale.
  • Motore in protezione: il motore di impianti può andare in protezione e girare a velocità più lente, in modalità “recovery”. In questa fase non è possibile spingere la produttività.
L’importanza di una consulenza tecnica professionale

Per evitare problemi e minimizzare le conseguenze dei buchi di tensione, è consigliabile affidarsi a un consulente tecnico, capace di individuare eventuali falle presenti nell’impianto elettrico,  e progettare nuove soluzioni (CEI 64-8/8-1) in grado di donare affidabilità in ogni reparto.

 

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Parte 2

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