Saluteremo per sempre lo SPID: IT Wallet la tecnologia che lo sostituirà da metà 2024

Lo SPID (Sistema pubblico d’identità digitale) è diventato sempre più per cittadini e imprese parte integrante, delle attività quotidiane nei rapporti con Enti pubblici e oramai con numerosi organismi privati. In un futuro ormai prossimo questo strumento andrà definitivamente in soffitta.

I motivi della decisione del Governo sono riconducibili alla necessità di maggior sicurezza e ridurre i costi di gestione dello SPID, considerati troppo elevati, dato il costo del rinnovo delle convenzioni con gli Identity Provider che sfiora i 40 milioni di euro.

Dal 30 giugno 2024 saranno operativi in Italia l’IT Wallet e l’Identità Digitale per mettere in campo la transizione digitale in linea con le regole UE e del PNRR.

Quando l’IT Wallet sarà operativo?

L’avvio del percorso evolutivo degli attuali schemi d’identità digitale in Italia prevede che l’IT Wallet sarà operativo dal 30 giugno 2024, in linea con il quadro europeo di riferimento. IT Wallet non sostituisce lo SPID immediatamente, la migrazione da SPID a IT Wallet avverrà in varie fasi e con tempi non immediati. Infatti si deve considerare la compatibilità fra tutti i servizi online che non saranno compatibili all’inizio. Questo spiega la gradualità dell’intera operazione. Secondo il Dipartimento dell’Innovazione che prevede il completamento del passaggio, per la fine del 2025.

In definitiva, IT Wallet non è un sostituto immediato dello SPID, ma un’evoluzione, che offre maggiore comodità e sicurezza, anche se non mancano le criticità.

Non è chiaro ancora se l’utilizzo dell’IT Wallet diventerà obbligatorio. L’obiettivo futuro è trasformarlo in un elemento essenziale per l’accesso ai servizi d’assistenza e amministrativi, consolidando un’unica piattaforma sicura per tutti i documenti essenziali, semplificando le procedure burocratiche.

Dalla Sicilia all’Europa: L’Agrivoltaico Come Modello di Sostenibilità

In un’epoca dove sostenibilità e innovazione vanno di pari passo, l’Italia si posiziona al centro di una rivoluzione verde che promette di ridisegnare il panorama energetico e agricolo del Paese. Con l’acquisizione di sei nuovi impianti agrivoltaici in Sicilia, Eos Investment Management Group inaugura un capitolo entusiasmante, sottolineando l’impegno verso un futuro più sostenibile. La crescita degli impianti agrivoltaici in Italia, ma anche il loro impatto e potenziale in Europa, invitano ad uno sguardo approfondito su come la tecnologia solare stia prendendo piede nel continente, con l’Italia pronta a giocare un ruolo da protagonista in questa transizione verde.

Cosa sono e come funzionano gli impianti agrivoltaici?

Un impianto agrivoltaico avanzato combina la produzione di energia fotovoltaica con la preservazione delle attività agricole e pastorali. Questo tipo di impianto, impiega tecnologie innovative che includono il montaggio dei moduli fotovoltaici elevati da terra e, in alcuni casi, la loro rotazione, per non interferire con l’agricoltura. Permette anche l’uso di agricoltura digitale e di precisione. Prevede inoltre l’installazione di sistemi di monitoraggio per valutare l’impatto dell’installazione sulle colture, sull’uso dell’acqua, sulla produttività agricola, sulla continuità delle operazioni agricole, sul recupero della fertilità del suolo, sul microclima e sulla resilienza ai cambiamenti climatici.

Agrivoltaico Innovativo

Il MASE pubblica il decreto di incentivo agrivoltaico innovativo

È stato pubblicato, sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il decreto che promuove la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale.

L’Obiettivo del provvedimento, che entrerà in vigore a partire dal 14 febbraio, è la realizzazione di almeno 1,04 gigawatt di nuovi impianti, nei quali possano coesistere la produzione di energia pulita con l’attività agricola.

Decreto agrivoltaico innovativo

Con questo decreto – spiega il Ministro Gilberto Pichetto – aggiungiamo un altro tassello alla nostra strategia energetica, valorizzando in questo caso la grande potenzialità del settore agricolo impegnato nella transizione. Il doppio binario incentivante che abbiamo predisposto, in un costruttivo contatto con la Commissione – conclude il Ministro – può essere una bella opportunità per decarbonizzare, migliorando la redditività dei suoli: un modo, insomma, per far convergere l’affermazione della qualità agricola italiana, unica nel mondo, con la spinta agli obiettivi climatici”.

Per promuovere la realizzazione di questi sistemi ibridi agricoltura-energia, la misura prevede l’erogazione di: 

  • Contributo in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato attraverso il PNRR
  • Tariffa incentivante sulla produzione di energia elettrica netta immessa in rete

I costi dovuti ai buchi di tensione, ecco perché eliminare il problema

I cali di tensione, i buchi di corrente o gli sbalzi, sono tutte cause di possibili problematiche all’interno di abitazioni, uffici, esercizi commerciali e imprese. La tendenza è di non dar troppo peso a un calo di corrente sebbene le conseguenze possano essere rilevanti su impianti e apparecchiature. Proprio in questo comportamento di molti sta il più grande errore possibile.

Perché erroneamente il buco di tensione viene considerato un “non problema”?

Un buco di tensione è definibile come una diminuzione del valore nominale di corrente al di sotto di una certa soglia (90%), la cui durata varia da 10 ms a 60 secondi. A volte è perfino complicato accorgersi dell’evento, ma ciò non giustifica il fatto che possa essere trascurato.

Si pensa, infatti, “mi sono accorto di un secondo di sbalzo di tensione, ma ora è tutto a posto. Che sarà mai?” e si bypassa il problema, senza però risolverlo. Premesso che saltuariamente potrebbe capitare che vi sia un leggero buco di corrente, bisognerebbe preoccuparsene quando questo avviene con maggior frequenza e quando causa conseguenze talvolta importanti. Anche se a volte “l’occhio umano” non può rendersi pienamente conto del calo di corrente, gli impianti possono subirne le conseguenze, anche in modo irreparabile.

Ecco perché diventa dunque determinante chiedere un consulto tecnico, al fine di poter verificare la piena efficienza dell’impianto elettrico  e limitare cali e sbalzi di tensione.

Calo di tensione

Calo di tensione o sbalzo di tensione: quali conseguenze e come gestirli

Si parla spesso di calo di tensione o di sbalzo di tensione, senza sapere esattamente quali caratteristiche possano realmente avere tali fenomeni. Allo stesso modo, anche i buchi di tensione assumono un significato particolare sebbene possano essere comparati in tutto e per tutto ai cali di tensione. E’ bene specificare che parlare di cali di corrente, di sbalzi di tensione o di buchi è praticamente le stessa cosa, almeno all’atto pratico della fruizione del servizio di energia.

Calo di tensione e sbalzi di corrente: le differenze

Nella nomenclatura tradizionale si utilizzano i termini “calo di tensione”, “buchi di tensione” e “sbalzi di tensione” come perfetti sinonimi. Se ciò è valido per i primi due concetti, l’ultimo prevede non solo un calo di corrente, ma anche una eventuale sovratensione.
Tra “calo di corrente” e “buco di tensione” non vi è alcuna differenza concettuale, a differenza dello sbalzo, la cui situazione prevede anche la possibilità di un improvviso aumento della corrente di rete. Diverso è invece il concetto di blackout o interruzione di corrente, come vedremo tra poco.

CONTROLLI GSE SUGLI IMPIANTI INCENTIVATI, PUBBLICATO IL REGOLAMENTO DEL GSE IN ATTUAZIONE DELL’ART. 42 DEL D.LGS 28/2011

Proseguendo le azioni volte alla salvaguardia della produzione degli impianti di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, il GSE ha predisposto un Regolamento nel quale le sanzioni conseguenti alle attività di verifica vengono proporzionate alla rilevanza delle violazioni riscontrate.

Il fine del Regolamento è di dar seguito alle modifiche apportate dal Legislatore all’art. 42 del D.Lgs. n. 28/2011, improntate alla salvaguardia della produzione di energia da fonte rinnovabile, come interpretate dalla Giustizia Amministrativa.

In caso di irregolarità di minore gravità, è prevista una decurtazione tra il 10% e il 50% degli incentivi originariamente riconosciuti, il che garantirà la tenuta delle iniziative imprenditoriali e la prosecuzione della produzione degli impianti, oltre che la riduzione del contenzioso.

A tal fine, è pubblicata, unitamente al Regolamento, la modulistica che dovrà essere compilata dai soggetti interessati a presentare istanza:

  • in caso di contenzioso pendente (modulo 1)
  • in caso di segnalazione spontanea di eventuali irregolarità (modulo 2)

Il Regolamento, frutto di interlocuzioni con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, potrà essere oggetto di revisioni e integrazioni.

 

Fonte GSE

 

 

 

CHIUSURA FINE ANNO

CHIUSURA FINE ANNO

Gentilissimi,Vi informiamo che PMStudioTecnico rimane chiuso

da Venerdì 22/12/2023 a Venerdì 05/01/2024

La riapertura è prevista per lunedì 08/01/2024.

Per qualsiasi necessità potete scrivere a info@pmstudiotecnico.it

Risponderemo il prima possibile al rientro.

Buone vacanze e

Auguri di Buon Natale e Felice Anno 2024

Officina Elettrica

Officina di Produzione Energia Elettrica

L’Officina Elettrica: conoscere obblighi e pagamenti

L’Officina Elettrica, chiamata più precisamente Officina di Produzione Energia Elettrica, è definita come un ambiente rispondente a certe normative in cui viene prodotta energia rinnovabile con picchi di potenza superiori a 20 kW, da utilizzare per il proprio fabbisogno di autoconsumo anche in forma parziale (fosse anche solo l’1% del totale di energia prodotta dall’impianto).

Chiunque si trovi in tale condizione ha l’obbligo di prevedere l’Officina Elettrica e farne denuncia agli uffici preposti dell’Agenzia delle Dogane di competenza, in base al territorio in cui l’officina è installata. Questo è determinante per il calcolo delle accise che il produttore di energia (ma in questo caso anche autoconsumatore) dovrà corrispondere al fisco.

Viene precisato un netto distinguo tra denuncia e semplice comunicazione, a seconda delle condizioni. All’interno di questo contenuto verrà specificato tutto nel migliore dei modi, per capire quando si materializza l’obbligo di denuncia e quando si rivela necessaria solamente una comunicazione.

Officina Elettrica: obbligo di denuncia all’Agenzia Doganale e pagamento accise

Non tutti gli impianti fotovoltaici e non tutte le Officine Elettriche che generano corrente da fonti rinnovabili vanno denunciate, sebbene vi siano comunque obblighi e doveri.

Comunità Energetiche

Approvato il Testo del decreto sulle Comunità Energetiche

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha recentemente emesso il testo del decreto di fondamentale importanza per il settore energetico. Il nostro impegno costante verso la sostenibilità e l’innovazione ci guida nella condivisione di questa notizia cruciale per il futuro dell’energia verde in Italia.

Il testo del Decreto in Breve

Il nuovo testo del decreto approvato, emanato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si propone di promuovere la decarbonizzazione entro il 2030. Esso disciplina le modalità di incentivazione per sostenere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo. Queste configurazioni mirano alla condivisione dell’energia rinnovabile, seguendo gli obiettivi dell’articolo 2, comma 1, lettera h) del decreto legislativo n. 199 del 2021.

Principali Punti del Decreto

Incentivi per l’Energia Condivisa:Il decreto stabilisce criteri e modalità per la concessione di contributi, previsti dalla Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questi incentivi riguardano la promozione di impianti a fonti rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo.

Auto in movimento che producono energia elettrica: il futuro sostenibile delle autostrade Italiane

La conversione dell’energia cinetica in energia elettrica è un concetto fondamentale nella fisica, e adesso anche un’iniziativa pionieristica per sostenere l’infrastruttura energetica delle stazioni di servizio e dei caselli autostradali. Ecco come la sperimentazione di questa tecnologia è stata effettuata con successo in Italia, trasformando le nostre autostrade e le automobili in transito su di esse in fonti di energia pulita.

Auto in movimento_ Il Sistema Lybra

La tecnologia della startup 20energy sta portando una rivoluzione sulle autostrade italiane e nel mondo delle energie rinnovabili.

Il loro sistema, chiamato Lybra, si avvale di pannelli piatti rivestiti di gomma, collocati direttamente sul manto stradale. Questi pannelli, quando compressi dal passaggio dei veicoli, si abbassano di pochi centimetri, trasformando così l’energia cinetica in energia elettrica attraverso un generatore altamente efficiente e innovativo.

Auto in movimento _ Efficienza e Sicurezza Stradale

Uno degli aspetti più notevoli di Lybra è il suo doppio contributo: non solo genera energia, ma modera anche la velocità dei veicoli senza il disagio causato dai tradizionali dossi rallentatori. Questo significa meno usura per i freni e maggiore sicurezza, soprattutto in punti critici come incroci, rotonde e ingressi autostradali.

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