Portale Gaudi

Portale Gaudi: Come Registrare l’Impianto Fotovoltaico

La Gestione delle Anagrafiche Uniche Degli Impianti (Gaudì) in ambito fotovoltaico è importante e fondamentale, oltre che obbligatoria per legge. Infatti, è il Decreto Legislativo n° 79 del 1999 che stabilisce il censimento di tutte le attività correlate alla produzione e distribuzione di energia elettrica.

Con tale premessa, la registrazione di un qualsiasi impianto a pannelli solari sul portale Terna Gaudì è vincolante per l’ottenimento del collegamento alla rete elettrica nazionale.

In generale è il titolare dell’impianto che dovrebbe provvedere al disbrigo delle faccende burocratiche per essere in regola, ma ci sono aziende specializzate in grado di gestire la pratica più agevolmente, sgravando il cittadino da possibili errori e ritardi.

In sintesi, il Portale Gaudi non deve essere visto come un “peso” o un “obbligo da espletare” al fine di un incremento della burocrazia, ma rappresenta una risorsa fondamentale per tutti i proprietari di impianti fotovoltaici, offrendo un sistema integrato per la gestione, il monitoraggio e la conformità normativa.

Registrare il proprio impianto non solo garantisce una maggiore sicurezza ed efficienza, ma contribuisce anche alla transizione verso un’energia più sostenibile e rinnovabile.

Gaudì Terna fotovoltaico: definizione

Dal 2007 i cittadini sono liberi di scegliere il proprio fornitore di energia in ambito di liberalizzazione del mercato, della trasparenza e della concorrenza. In questo modo ciascuna utenza può essere commisurata a seconda del servizio e del fabbisogno richiesto. Tale sistema ha imposto l’implementazione del sistema Gaudì Terna FV, la cui funzione è la registrazione di ciascun impianto.

Si tratta di un registro in cui iscrivere ogni sistema di alimentazione fotovoltaica presente sul territorio nazionale italiano. Senza tale registrazione, l’impianto non riceverà alcun allaccio alla rete elettrica, risultando, così, inutile e non funzionante. La non registrazione comporta però anche altre problematiche, che indicheremo nelle prossime righe.

Comunicazione Unica Fotovoltaico: tutto quello che devi sapere sulla procedura semplificata

La Comunicazione (CU) per gli impianti fotovoltaici inferiori a 800 W è un procedimento semplificato introdotto in Italia per facilitare l’installazione di piccoli impianti per la produzione di energia con pannelli solari. La CU è rivolta a impianti con potenza nominale inferiore a 800 Watt serve a semplificare le procedure burocratiche. Inoltre, l’accesso all’energia proveniente da fonti rinnovabili risulta essere semplificata.

In pratica, in piena conformità alla delibera 315/2020/R/eel dell’Autorità ( ARERA ) è previsto un percorso semplificato che prevede la notifica dell’impianto al distributore locale attraverso la Comunicazione Unica (CU).

A cosa serve la Comunicazione Unica

La CU ha importanza perché ribadisce un concetto fondamentale, ossia comunicare all’organismo preposto l’esistenza e l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico.

Sia chiaro: è obbligatorio fornire tale comunicazione all’autorità non solo per “un censimento”, ma anche per la propria tutela a “certificare” così un risparmio in bolletta.

ARERA fornisce una rilevante specifica: la CU inviata a un’impresa di distribuzione dell’energia costituisce anche un titolo ufficiale per attivare la connessione e quindi l’allacciamento alla rete. Con la Comunicazione Unica queste operazioni non hanno costo e il distributore si impegna, sempre gratuitamente, ad aggiornare il contatore.

Va inoltre ricordato che per ciascun punto di prelievo (POD), è consentito la connessione di un solo impianto Plug & Play; da precisare che questi impianti non possono essere installati nello stesso punto di prelievo (POD) in cui sia già presente un altro impianto di generazione.

CHIUSURA ESTIVA 2024

CHIUSURA ESTIVA 2024

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Vi informiamo che PMStudioTecnico rimane chiuso

da Lunedì  12/08/2024 a Sabato  24/08/2024

La riapertura è prevista per Lunedì 26/08/2024.

Per qualsiasi necessità potete scrivere a info@pmstudiotecnico.it

Risponderemo il prima possibile al rientro.

Buone vacanze

 

 

MES, Manufacturing Execution System: tutto ciò che devi sapere

MES, acronimo di Manufacturing Execution System, si riferisce a un sistema informatico utilizzato nelle aziende per monitorare e gestire le attività di produzione in tempo reale. Questo sistema fornisce una serie di funzionalità per ottimizzare e controllare i processi di produzione, come la tracciabilità dei materiali, la gestione dell’inventario, la supervisione della produzione, la raccolta dei dati di produzione e la generazione di report sulla performance produttiva. Inoltre, il MES aiuta a migliorare l’efficienza, la qualità, la velocità e la precisione delle operazioni di produzione, consentendo alle imprese di aumentare la loro competitività sul mercato.

Cos’è il MES Manufacturing Execution System

All’interno di una produzione sempre più organizzata, strutturata e che richiede risposte dinamiche in tempi brevi, automatizzare i processi, gestirli e mantenerne il controllo è forse il principale segreto per raggiungere gli obiettivi.

Il MES Manufacturing Execution System serve proprio a questo. Altro non è che uno strumento che rientra nei sistemi informatici, in grado di svolgere compiti di gestione e monitoraggio della produttività, con l’intendo di fornire delle informazioni utili a fini migliorativi.

I dati esposti sono visibili sia al personale in linea che a quello di ufficio:

  • consumi
  • produzioni
  • stato degli impianti e dei macchinari
  • parametri di lavoro
  • eventuali costi di produzione
  • riscontri qualitativi sui pezzi prodotti
  • numero di scarti
  • rallentamenti produttivi

Riparte FRI-Tur, l’incentivo per la riqualificazione delle imprese del turismo

Con l’inizio di luglio è partita la fase 2024 di FRI-Tur. L’incentivo destinato allo sviluppo del turismo è riaperto per un mese e conviene affrettarsi, anche perché i documenti richiesti non sono pochi: la domanda, infatti, può essere presentata online, sulla piattaforma web di Invitalia, dalle 12.00 del 1° luglio 2024 alle 12.00 del 31 luglio 2024. Sono finanziabili investimenti compresi tra 500.000 e i 10 milioni di euro destinati all’efficienza energetica (a cui è destinata la metà della dotazione finanziaria) e alla digitalizzazione, ma non solo. L’incentivo, come vediamo nel dettaglio più avanti, prevede una parte di contributo diretto alle spese e un’altra di finanziamento agevolato. Tutti gli interventi agevolati devono essere completati entro il 31 dicembre 2025.

Cosa è FRI-Tur

FRI-Tur, Fondo rotativo imprese turistiche, è un incentivo previsto dal PNRR (Misura M1C3 investimento 4.2.5) per il sostegno alle imprese e agli investimenti nel turismo, soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, la digitalizzazione, gli interventi antisismici. L’obiettivo è sostenere almeno 300 imprese del settore turistico promuovendo la competitività per la crescita sostenibile e innovativa.

Si tratta di un fondo rotativo promosso dal Ministero del Turismo e gestito da Invitalia con una dotazione finanziaria è di 780 milioni di euro, di cui 180 milioni stanziati per il contributo diretto alle imprese e 600 milioni per il finanziamento agevolato concesso da Cassa Depositi e Prestiti. Ulteriori 600 milioni di euro saranno messi a disposizione dalle banche che aderiscono alla Convenzione firmata da Ministero del Turismo, Associazione Bancaria Italia e Cassa Depositi e Prestiti.

Mercato Libero dell’Energia: cosa cambia e come prepararsi

Il 1 luglio 2024 rappresenterà un cambiamento significativo per il mercato dell’energia elettrica in Italia con la fine del Servizio di Maggior Tutela (SMT). Questo cambiamento influenzerà milioni di consumatori, sia domestici che commerciali.

Cosa Cambia dal 1° Luglio 2024?

A partire dal 1° luglio 2024, il Servizio di Maggior Tutela non sarà più disponibile per i clienti domestici non vulnerabili. Questi consumatori che fino a tale data usufruivano di tariffe regolate dall’Autorità per l’energia (ARERA) dovranno scegliere un nuovo fornitore sul Mercato Libero. Se non faranno nessuna scelta, verranno automaticamente trasferiti al Servizio a Tutele Graduali (STG), con condizioni stabilite da ARERA. Questo garantirà la continuità della fornitura elettrica, ma le condizioni economiche e contrattuali potrebbero differire rispetto a quelle del SMT.

I consumatori vulnerabili, come gli anziani di almeno 75 anni, i titolari di bonus economico, le persone con disabilità, gli utenti con apparecchi salvavita, gli assegnatari di case di emergenza e i residenti nelle isole minori non interconnesse, continueranno a beneficiare di condizioni contrattuali ed economiche definite dall’Autorità.

Mercato Libero dell’Energia: Cosa devono fare i Consumatori?

Clienti non vulnerabili:

  1. Scegliere un fornitore del mercato libero: Visitare i negozi dei fornitori, contattare il servizio clienti o navigare sui siti web. Il passaggio è gratuito e non comporta interruzioni di fornitura o sostituzione del contatore.
  2. Confrontare le offerte: Leggere attentamente le condizioni contrattuali per trovare l’opzione più adatta. Utilizzare comparatori online può essere vantaggioso per visualizzare diverse opzioni.
  3. Verificare i contratti scelti: Controllare dettagli come durata, penali di recesso e servizi aggiuntivi per evitare sorprese. Per coloro i quali devono effettuare una voltura, è utile conoscere le procedure di riattivazione del contatore. Inoltre, per chi deve effettuare un subentro, è importante conoscere le procedure di subentro luce.

Clienti vulnerabili:

Inviare un’autocertificazione: Nel caso in cui necessitino di condizioni specifiche, come per apparecchiature medico-terapeutiche. Questa procedura assicurerà il mantenimento delle condizioni agevolate.
Nessuna azione necessaria: Per chi ha già compiuto 75 anni o vive in un’isola non interconnessa, il passaggio al STG avverrà automaticamente senza necessità di ulteriori azioni.

IoT nell’industria e nell’automazione industriale

IoT, ovvero Internet of Things. Con tale termine vengono definiti quei dispositivi che riescono a connettersi e a “dialogare” tra loro oppure con altre reti. Nonostante il termine compaia nella denominazione, la connessione internet non è necessaria ma è sufficiente un network qualsiasi che ne consenta l’individuazione precisa dell’indirizzo IP dei singoli dispositivi. Il concetto lo si è sempre abbinato, in prevalenza, all’ambito domestico, ma applicandolo all’industria è possibile cogliere molteplici vantaggi, derivanti soprattutto dall’automazione.

IoT e automazione industriale

Quando si parla di IoT in ambito industriale, il focus si sposta sull’insieme di tecnologie che permettono il collegamento in rete di dispositivi e apparati al fine di poter scambiare informazioni, svolgere controlli e monitorare i processi, sulla base dei dati che vengono generati in tempo reale.

Un esempio semplificativo aiuta a capire meglio: un’azienda possiede una linea di produzione che coinvolge più macchinari. Vi è una zona in cui la materia prima viene trattata prima di andare nell’impianto di produzione, poi abbiamo un macchinario per il confezionamento, una etichettatrice e infine un sistema che imballa il prodotto finito predisponendolo alla spedizione. Si capisce che si tratta di differenti macchinari che devono necessariamente operare in coordinazione tra loro. Se questi “si parlassero” l’uno con l’altro tutto sarebbe più facile, il processo risulterebbe maggiormente automatizzato e i tempi di lavorazione si ridurrebbero. Infatti, a fronte di un eventuale problema occorso alla macchina di produzione, tutti gli altri dispositivi si adeguerebbero autonomamente alle nuove condizioni di lavoro, per poi ripartire alla velocità di processo nel momento in cui il problema verrà risolto. Come questa situazione, ve ne potrebbero essere moltissime altre.

CER

CER: Il Vademecum ANCI per i Comuni

Con l’entrata in vigore del Decreto CACER, ogni Comune può ridurre e razionalizzare i costi legati al consumo dell’energia facendo ricorso ad una configurazione di autoconsumo, a seconda che l’obiettivo sia quello di agire in forma individuale, oppure di avviare sul territorio un percorso partecipato e aperto a tutta la cittadinanza finalizzato alla costituzione di una CER.

Per scegliere e pianificare le configurazioni più in linea con le esigenze dell’Amministrazione è comunque importante avviare una ricognizione degli asset e degli spazi pubblici e privati predisposti alla realizzazione di impianti a fonti energetiche rinnovabili. Importante è sviluppare una solida conoscenza delle opportunità offerte dalla normativa di riferimento, inclusi i contributi pubblici per interventi complementari allo sviluppo dell’autoconsumo, quali gli incentivi previsti dal Conto Termico per l’efficientamento e l’elettrificazione dei consumi negli edifici pubblici.

L’ANCI, in collaborazione con il GSE, ha realizzato il vademecum per i comuni “Autoconsumo Individuale a Distanza e Comunità di Energia Rinnovabile”:

  1. Il documento ha una finalità divulgativa e fornisce, con un linguaggio chiaro, semplice ed immediato, informazioni in merito ai meccanismi di sostegno previsti per le PA e per le comunità locali, nell’ambito del decreto CACER.
  2. Il GSE, con il proprio ruolo istituzionale, ha collaborato alla predisposizione di tale Vademecum, mettendo a disposizione le proprie specifiche competenze sulla condivisione dell’energia da fonti rinnovabili, al fine di agevolare la comprensione dell’attuale quadro normativo e regolatorio.

Il Vademecum ANCI: le opportunità per i Comuni, Autoconsumo e CER

Con il decreto CACER, gli spazi comunali potenzialmente utili all’installazione di nuovi impianti a fonte rinnovabile possono essere valorizzati secondo un ventaglio di possibilità:

  • autoconsumatore individuale a distanza che utilizzano la rete di distribuzione, configurazione utile a valorizzare aree e superfici comunali anche lontano dai principali centri di consumo dell’ente locale, spesso localizzati in aree vincolate come i centri storici;
  • gruppo di autoconsumatori, utilizzabili dove una o più utenze comunali siano ubicate all’interno di un edificio o condominio in cui siano presenti altri clienti finali/produttori diversi dal Comune, come nel caso di un edificio misto pubblico-privato con più utenze;
  • comunità di energia rinnovabile, che prevedono il coinvolgimento di diversi altri clienti finali e/o produttori del territorio;
  • L’autoconsumo individuale a distanza ha un impatto compensativo sui costi energetici degli enti locali e insieme all’autoconsumo fisico, ha un impatto diretto sul contenimento della bolletta energetica del Comune, utile ad alleggerire il bilancio dagli oneri energetici e a liberare risorse per finalità diverse.

ESCo: società di fornitura e gestione servizi energetici

Le ESCo (Energy Service Company) sono società specializzate nella fornitura di servizi energetici, che operano con l’obiettivo di contribuire a ridurre i consumi di energia e i costi ad essi associati nelle aziende. Possiamo definire le ESCo come imprese di servizi che offrono una vasta gamma di prestazioni, tra cui:

  • l’efficienza energetica
  • la gestione dei consumi
  • la produzione di energia da fonti rinnovabili
  • la consulenza in materia di sostenibilità

 Cosa fanno le ESCo e che ruolo hanno

Le ESCO svolgono un ruolo fondamentale nel mercato dell’energia, aiutando le imprese a ridurre l’impatto ambientale e a risparmiare sui costi energetici. Queste aziende si occupano di progettare, implementare e gestire soluzioni energetiche personalizzate per le esigenze specifiche dei propri clienti, garantendo un uso efficiente delle risorse e una migliore performance energetica, votata all’ottimizzazione delle spese. All’interno delle pratiche burocratiche necessarie per presentare domanda per avere eventuali agevolazioni, le ESCo rivestono importanza determinante per la riuscita del progetto.

Esse utilizzano tecnologie innovative e soluzioni avanzate per ottimizzare i consumi e massimizzare i risparmi. Questo può includere l’integrazione di sistemi di controllo avanzati, l’implementazione di misure di efficienza energetica, come l’isolamento termico e l’installazione di apparecchiature a basso consumo energetico, nonché la produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso pannelli solari o turbine eoliche.

EPC contratto di prestazione energetica

I contratti EPC, definiti contratti di prestazione energetica, ma noti anche come contratti di rendimento energetico, sono una particolare forma contrattuale utilizzabile sia nel settore pubblico che in quello privato per interventi di risparmio energetico.

Secondo il D.Lgs. 102/2014, un contratto EPC è un accordo tra il beneficiario e il fornitore di misure di miglioramento dell’efficienza energetica, in cui gli investimenti dipendono dal livello di ottimizzazione stabilito nel contratto. Queste misure sono realizzate e monitorate da una Società di Servizi Energetici (ESCo).

Gli investimenti in efficienza energetica sono fondamentali per ridurre i costi relativi al consumo dell’energia in modo strutturale. I contratti EPC consentono di investire senza dover anticipare capitali. Infatti, questo tipo di accordo prevede che le ESCo realizzino interventi di miglioramento energetico su edifici di proprietà del cliente. La ESCo affronta i costi dell’investimento e utilizza i risparmi energetici generati per ripagarsi nel tempo il costo sostenuto per il lavoro compiuto. Le clausole minime di un contratto EPC sono definite dal D.Lgs. 102/2014 e includono misure di efficienza energetica, risparmi garantiti, durata e termini del contratto, obblighi delle parti, verifica dei risparmi ottenuti e sanzioni in caso di inadempienza.

Cos’è un contratto di prestazione energetica EPC?

L’ EPC è un contratto di rendimento energetico grazie al quale una società preposta definita ESCo (Energy Service Company) apporta interventi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica su impianti o immobili di un cliente. Sono ammesse anche le riqualificazioni, ma ciò che conta è una preventiva analisi di fattibilità.

L’investimento previsto è a carico della stessa società responsabile dell’intervento, la quale potrà impiegare soldi propri oppure di un finanziatore esterno (ad esempio banche, finanziarie, istituti di credito). Il contratto ha come suo oggetto la riqualificazione di un edificio o di un impianto con la finalità di ottenere un netto miglioramento prestazionale dal punto di vista energetico, riducendo i consumi e ottimizzando lo scenario attuale o precedente.

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