Calo di tensione
Calo di tensione o sbalzo di tensione: quali conseguenze e come gestirli
Si parla spesso di calo di tensione o di sbalzo di tensione, senza sapere esattamente quali caratteristiche possano realmente avere tali fenomeni. Allo stesso modo, anche i buchi di tensione assumono un significato particolare sebbene possano essere comparati in tutto e per tutto ai cali di tensione. E’ bene specificare che parlare di cali di corrente, di sbalzi di tensione o di buchi è praticamente le stessa cosa, almeno all’atto pratico della fruizione del servizio di energia.
Calo di tensione e sbalzi di corrente: le differenze
Nella nomenclatura tradizionale si utilizzano i termini “calo di tensione”, “buchi di tensione” e “sbalzi di tensione” come perfetti sinonimi. Se ciò è valido per i primi due concetti, l’ultimo prevede non solo un calo di corrente, ma anche una eventuale sovratensione.
Tra “calo di corrente” e “buco di tensione” non vi è alcuna differenza concettuale, a differenza dello sbalzo, la cui situazione prevede anche la possibilità di un improvviso aumento della corrente di rete. Diverso è invece il concetto di blackout o interruzione di corrente, come vedremo tra poco.
Buco di tensione, sbalzo di tensione e blackout: cosa sono?
- Buco di tensione: definito anche calo di corrente, è un fenomeno che comporta una riduzione temporanea dell’elettricità in misura superiore al 10% rispetto al valore dichiarato e usuale. Il calo di tensione può durare da 10 millisecondi a 60 secondi e, in genere, non prevede la totale assenza di corrente. In genere si parla di calo di corrente quando il valore scende tra il 90% e il 5% del nominale. Se l’evento non rientra nelle tempistiche indicate, non si potrà parlare di calo di corrente o di buco di tensione. Ciò è definito dalla Norma CEI EN 50160.
- Sbalzo di tensione: mentre il calo prevede unicamente un abbassamento della tensione di rete, lo sbalzo può comportare anche un incremento temporaneo della stessa. In questo caso di definisce sovratensione. I tempi limite (minimo e massimo) sono paragonabili a quelli del buco di tensione.
- Blackout: in questo caso si parla di vera e propria interruzione di corrente, la quale scende al di sotto dell’5% del complessivo dichiarato togliendo alimentazione alla rete. Il blackout può durare qualche secondo, ma anche diverse ore, a seconda dei casi e delle cause scatenanti.
Le Cause dei buchi di tensione
I buchi di tensione sono generalmente originati da guasti nella rete pubblica o negli impianti degli utenti della rete, in qualche caso dai sovraccarichi transitori dovuti allo spunto di grossi motori o all’inserzione di grossi carichi. Sono imprevedibili e largamente casuali, secondo le direttive ARERA oggi in vigore, non sono imputabili né al gestore della rete né al distributore di energia.
La frequenza annuale varia principalmente a seconda del tipo di sistema di alimentazione e del punto di osservazione; inoltre, la distribuzione durante l’anno può essere molto irregolare, anche in funzione degli eventi atmosferici che colpiscono le linee elettriche. Da uno studio del CESI l’incidenza dei buchi di tensione è di gran lunga maggiore in caso di una rete MT aerea, piuttosto che con cavi sotterranei.
Ciò premesso, gli sbalzi di tensione rappresentano una fonte di pericolo per impianti, elettrodomestici, apparecchiature, computer, è bene capire le cause dei cali di corrente.
- Eventi meteorologici (temporali, fulmini)
- Impianto elettrico vecchio e obsoleto
- Impianto elettrico danneggiato
- Impianto elettrico sottodimensionato al fabbisogno richiesto
- Eccessiva richiesta di corrente in un minimo intervallo di tempo
- Richiesta eccessiva della corrente di spunto (a livello industriale, ad esempio, avviando più macchinari contemporaneamente)
- Guasti sulla linea
- Lavori dell’azienda fornitrice dell’energia o su linee correlate
- Le conseguenze dei buchi di tensione
- Più le apparecchiature sono sofisticate, più è elevata l’incidenza che le conseguenze potrebbero generare. Computer, monitor, pannelli di controllo ed elettrodomestici sono gli elementi più a rischio, non solo in ambiente domestico, ma pure in ambito industriale.
Statistiche rilevano come oltre il 60% dei costi sostenuti per garantire una qualità elevata dell’energia sono generati dai cosiddetti buchi di corrente, i quali diventano i principali responsabili delle problematiche relative alla tensione elettrica in un’azienda o in una abitazione. Infatti, avere una corrente di eccellente qualità è il principale aspetto in grado di garantire un perfetto funzionamento delle apparecchiature, mantenendole efficienti nel tempo. Se la qualità della tensione dovesse calare, aumentano le probabilità di riscontrare problemi alle apparecchiature.
- Malfunzionamenti di impianti e macchinari
- Rotture a volte irreparabili di componenti
- Riduzione della durata di macchine, impianti e attrezzature
- Aumento del rischio di corto circuito
- Danneggiamento di computer, monitor, PLC, quadri elettrici
- Perdita di dati e informazioni sensibili
- Vulnerabilità degli impianti e della rete elettrica
- In ambito aziendale sono stimati costi dovuti a cali di tensione pari al 4% del fatturato, ma ci sono imprese il cui impatto è decisamente più elevato che possono raggiungere anche percentuali del 20% e oltre.
Spesso non viene data corretta rilevanza ai cali di tensione: se da un lato è pur vero che non sono mere interruzioni di corrente, dall’altro è altrettanto vero che i buchi di corrente sono molto più frequenti e si verificano in numero maggiore. In questo senso possono interessare le utenze più sensibili e, quindi, più facilmente danneggiabili.
Le soluzioni per limitare gli sbalzi di tensione: il consulente tecnico
Limitare gli sbalzi di tensione e minimizzare le probabili conseguenze, è possibile a patto di scegliere figure professionali qualificate e materiali di qualità. Evitare le soluzioni fai da te sarebbe già un buon inizio.
Ci sono consulenti che hanno il compito e verificare eventuali problemi agli impianti, di progettare nuovi sistemi in grado di fornire corrente in maniera più omogenea e continua, di testare la qualità della tensione elettrica di alimentazione di un reparto produttivo o di un immobile.
E’ appurato che la prima “protezione” delle apparecchiature la si effettua attraverso una corrente di qualità derivante da un impianto in ordine, aggiornato e moderno, costruito con componentistica idonea e a norma.
La figura del consulente tecnico assume grande rilevanza e può certamente rivestire un primo ruolo fondamentale in ottica di miglioramento dello stato dell’arte dell’impianto elettrico.
Se Ti piace questo articolo? Condividilo con i tuoi amici e con chi pensi possa trovarlo utile. Scrivici alla pagina dedicata che trovi cliccando su questo Link.
Parte 1